Descrizione
Il palazzo Simonetta Archinto sorge su Piazza Cavour, storicamente centro della località, e che oggi ospita il municipio. A differenza della piazza che non ha subito forti alterazioni nel tempo, l’edificio di origine barocca (anteriore al 1721) è stato più volte modificato nel XIX e XX secolo, soprattutto – anche gli affreschi, all’apparenza ben conservati, hanno subito ritocchi.
Gli Archinto sono una famiglia nota fin dagli ultimi anni della dominazione viscontea e durante il principato sforzesco, periodo in cui hanno acquisito anche una serie di diritti (facoltà di estrarre continuamente acqua dal Naviglio Martesana) concessi da Filippo II di Spagna. Il ramo diretto della famiglia si estinse nel XVI secolo e i beni furono quindi ripartiti tra i cugini, alcuni dei quali residenti a Vaprio dove si trovava la Filanda di loro proprietà (“Velluti dell’Adda), tuttora in funzione con il nome di “Velvis”.
Nel catasto del 1755 l’edificio risultava casa di abitazione del Conte Antonio Simonetta.
Modalità d'accesso
Accessibile ai disabili.
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Io & Vaprio d'Adda
Quattro parole che racchiudono l’intento di coinvolgere energie, forze, persone ed indicare un legame di appartenenza con il paese e l’ambiente circostante, un rapporto viscerale capace di instaurarsi sia con il cittadino sia con turista di passaggio.
Lo stemma comunale
Lo stemma del Comune di Vaprio d’Adda ha una struttura molto semplice. E’ costituito da uno scudo diviso in sei bande diagonali, che scendono da sinistra a destra alternando i colori azzurro, vermiglio, verde bottiglia, azzurro, vermiglio, verde bottiglia. Quanto all’azzurro vi si può leggere l’allusione ai corsi d’acqua dell’Adda e del Naviglio che connotano il suo territorio mentre quanto al vermiglio l’allusione al sangue versato dai vapriesi nelle tante battaglie nei secoli verificatesi per il controllo del valico fluviale. Le fronde di alloro e di quercia che racchiudono lo scudo simboleggiano la concordia fra le civiltà mediterranea e celtica. La corona merlata indica infine l’autonomia municipale del Comune. Lo stemma comunale è stato concesso con R.D. del 19.07.1929.
L'Uva Italia di Alberto Pirovano
Nel 1897 Luigi Pirovano giunse a Vaprio d’Adda come giardiniere della nobile famiglia Falcò. Ben presto, il figlio Alberto iniziò a fare esperimenti sulle viti e sugli alberi da frutto della tenuta e, intorno agli anni Dieci del Novecento, beneficiando dell’esperienza paterna riuscì a creare la celebre uva Delizia di Vaprio e, qualche anno dopo, l’uva Italia, conosciuta e apprezzata anche all’estero. Divenuto direttore dell'Istituto di Frutticoltura ed Elettrogenetica di Roma dal 1927, dedicò i suoi studi alla botanica e alla genetica vegetale e fu autore di numerose pubblicazioni scientifiche e, dagli anni Venti, lavorò per lo stabilimento viticolo e di frutticultura “Luigi Pirovano” a Vaprio d’Adda. Oggi il vitigno dell’uva Delizia è stato ripristinato presso il parco comunale di via don Moletta e al famoso studioso è inoltre dedicata la biblioteca comunale.
Arte nel piatto: i cibi della tradizione
I ricettari delle nostre nonne sono da sempre ricchi di piatti semplici e genuini, legati al territorio e alla cultura agricola. Alcuni piatti caratteristici lombardi – oltre alla trippa e alla casoela, conosciuti anche a livello nazionale – hanno avuto una diffusione maggiore a Vaprio d’Adda e nei paesi limitrofi.
Molto apprezzate sono le frittate: la frittata rognosa, con l’aggiunta di pasta di salame e la frittata con l’erba di San Pietro, piatto povero ma gustoso realizzato con un’erba aromatica diffusa sul territorio.
Indiscusso protagonista della cucina tradizionale lombarda è il maiale. La sua carne e il suo grasso erano alla base di innumerevoli ricette, una delle quali è la rustida: una sorta di stufato di maiale accompagnato dalla polenta.
Uno dei cibi principe dell’alimentazione dei nostri antenati, ma molto apprezzato anche oggi, è senza dubbio la polenta. Molte sono le versioni e tante volte la fantasia delle massaie trasformò questo semplice piatto in una vera leccornia. Accadde così per la polenta voncia condita con brodo, pomodoro, ciccioli (un tipico alimento lombardo derivato dal grasso del maiale) e lardo, facile da preparare e molto nutriente. Molti vapriesi, inoltre, si ricorderanno le merende pomeridiane con la lacciada – frittelline di latte e farina cosparse di zucchero – e i tipici tortelli dolci a Carnevale. Ma un piatto su tutti ha il diritto di essere considerato vapriese a tutti gli effetti: il salame di pesce d’acqua dolce, un piatto molto ricercato e diffuso tra le famiglie nobili vapriesi e gli ordini religiosi.
Ultimo aggiornamento: 29 novembre 2024, 09:01