FAQ
Un primo insediamento umano in questa località si ha intorno al III secolo d.C. quando l’esercito romano di Marco Aurelio Claudio, in marcia verso il lago di Garda, si ferma nei pressi del ponte di Aureolo per accamparsi. Nel VI secolo questo territorio è occupato dai Longobardi che conferiscono l’impronta più forte ed evidente a questi luoghi. A partire dal VII secolo, sulle rovine dell’accampamento romano, si insediano dei monaci benedettini e, tra 1100 e 1115, risulta completata la chiesa di San Colombano, forse edificata su una precedente costruzione.
Durante i secoli del Medioevo, Vaprio d’Adda è lo scenario di scontri e battaglie tra i Visconti e i della Torre. L’abitato e il ponte sull’Adda vengono più volte distrutti e ricostruiti secondo le necessità. Nel 1281 i della Torre sono definitivamente sconfitti e Vaprio d’Adda è in mano ai ghibellini Visconti, sotto la Signoria di Milano.
Vaprio d’Adda ha sempre svolto un’importante funzione strategica e militare: la presenza del fiume Adda rendeva facili le comunicazioni e costituiva una barriera naturale contro le invasioni nemiche, nonché confine tra Milano e Venezia.
Intorno alla metà del XV secolo, iniziano i lavori di costruzione del naviglio Martesana e, pochi decenni più tardi, Leonardo da Vinci verrà ospitato nella villa del duca palatino Gerolamo Melzi.
Nel XVI secolo Vaprio passa attraverso il dominio francese e quello degli Sforza finché nel 1535 a Milano inizia la dominazione spagnola. Nel XVII secolo inizia la fioritura delle residenze nobiliari lungo il naviglio Martesana, una di queste ville apparteneva alla famiglia aristocratica spagnola Falcò.
Dal 1706 gli austriaci si impossessano del ducato di Milano e resteranno al potere fino al 1797 quando Milano entrò a far parte, nel 1815, del Regno Lombardo-Veneto e quindi dell’Impero austriaco. Negli anni successivi Vaprio d’Adda diventa il teatro delle guerre d’indipendenza e, ancora una volta, è il ponte sull’Adda a subire le peggiori conseguenze. Venne distrutto nel 1859 e costruito in ferro nel 1878 e, successivamente, in acciaio nel 1892-1896 e, infine, in cemento armato intorno alla metà del Novecento. Dal 1877 a Vaprio d’Adda è attivo il collegamento con Milano tramite la linea tramviaria, destinata a durare fino agli anni Settanta.
A cavallo tra Ottocento e Novecento, Vaprio è un paese sostanzialmente contadino ma la presenza del Cotonificio Visconti di Modrone-Velvis, della Cartiera Sottrici-Binda e di altre numerose fabbriche rende il paese un importante polo industriale.
Durante la seconda guerra mondiale si sviluppa in questi luoghi un movimento anti fascista molto forte: a Vaprio si stamperà clandestinamente fino al 1943 il quotidiano “L’unità”.
Nel secondo dopo guerra si assiste a uno sviluppo demografico ed edilizio ragguardevole. Oggi l’abitato è in forte espansione con un incremento di popolazione notevole negli ultimi anni.
LE VILLE E IL CENTRO STORICO
La nostra visita inizia da villa Castelbarco, in via Concesa, dalla quale, passando per via XXV aprile, si arriva in via Motta dove vediamo le ville Monti Robecchi e Pizzi Guidoboni. Giungiamo in piazza L. da Vinci dove ammiriamo villa Melzi d’Eril. Passiamo oltre ed arriviamo in piazza Cavour dove troviamo il palazzo Simonetta Archinto. Imboccando via Magenta incontriamo villa Archinto e, poco dopo, in via Sant’Antonio, villa Sioli Guidoboni e villa Paleni Falcò. Continuiamo la visita e arriviamo in via Alzaia sud. Appena dopo la Casa del Custode delle Acque possiamo ammirare i prospetti delle ville Visconti di Modrone, Pizzagalli Alessandrini, Melzi d’Eril, Pizzi Guidoboni e Monti Robecchi.
Esiste inoltre un percorso alternativo per raggiungere via Alzaia sud e godersi le ville: dal parco di via don Moletta si può accedere a una scalinata che porta direttamente al naviglio!
LE CHIESE E GLI ARTISTI
La romanica chiesa di San Colombano è la prima tappa del percorso. Percorriamo via don Moletta fino ad arrivare in piazza della Chiesa dove troviamo la chiesa di San Nicolò all’interno della quale si ammirano gli affreschi del pittore vapriese Natale Riva, allievo di Francesco Hayez. Imbocchiamo via Mazzini fino a osservare la cappella di San Rocco. Percorriamo ora il passaggio pedonale e ciclabile alla destra del monumento, svoltiamo a destra lungo via Motta e continuiamo fino piazza Cavour. Qui imbocchiamo via Magenta fino via Sant’Antonio dove troviamo la chiesa di Sant’Antonio risalente al XVII secolo. Attraversiamo il parchetto in via Sant’Antonio e giungiamo ai resti della chiesa di San Bernardino. Uscendo dal parchetto ci si ritrova in piazza Cavour e, percorrendo via Matteotti, si arriva in piazza della chiesa da dove si ritorna alla chiesa di San Colombano.
LE BELLEZZE NATURALI E IL LORO CONTESTO
Partiamo dall’area della diga in prossimità di via Visconti e percorriamo la strada fino a incontrare il cotonificio Visconti di Modrone-Velvis. Qui vediamo l’affresco della Madonna ferita. Seguendo la strada, poco dopo, si arriva alla Casa del Custode delle Acque. Percorrendo la via Alzaia sud incontriamo la passerella elicoidale “Il vortice” e, poco oltre, il ponte sull’Adda. Continuiamo la nostra passeggiata lungo via Alzaia nord e arriviamo alla cartiera Sottrici-Binda. Proseguiamo il nostro cammino immersi nel verde e costeggiando il naviglio Martesana fino ad ammirare la ruota idraulica in ferro (foto 1 e foto 2 del Gruppo Fotoamatori CAI di Vaprio) che serviva a rifornire d’acqua la soprastante villa Castelbarco. La nostra visita può proseguire fino a Concesa oppure possiamo tornare sui nostri passi seguendo il corso del naviglio fino via Alzaia Martesana e raggiungere la cappellina dedicata alla Madonna.
SULLE TRACCE DEL GENIO
Iniziamo l’itinerario dalla villa Melzi d’Eril dove Leonardo da Vinci soggiornò per diversi periodi. Camminiamo lungo via Motta fino a piazza Cavour dove, dal fondo della piazza, possiamo godere di uno dei panorami più belli del territorio: la vista sull’Adda e Martesana. Seguiamo la scalinata e percorriamo la passerella elicoidale “Il vortice” che ci porta su via Alzaia sud. Arriviamo alla Casa del Custode delle Acque e visitiamo la Galleria Interattiva “Leonardo in Adda”. Dirigiamoci verso il ponte sull’Adda e – appena oltre, sulla sinistra – imbocchiamo via al ponte. Giunti in cima alla salita volgiamo lo sguardo verso il fiume: sull’altra sponda notiamo quello che una volta era il porto sull’Adda e che Leonardo da Vinci ritrasse in un celebre disegno, oggi custodito nelle Collezioni Reali inglesi.
PERCORSO VERSO NORD
Storia, ambiente e paesaggio
Partenza: lasciare l'autovettura al parcheggio di Villa Castelbarco
Percorso: circa 5 km
Durata: 1 h in bici; 2 h a piedi
Lasciata I'auto nel parcheggio antistante Villa Castelbarco, si procede verso il paese fiancheggiando la recinzione della villa, sino a immettersi sulla provinciale che si percorrerà per un breve tratto verso Canonica, sino a imboccare, sulla sinistra, la strada alzaia che conduce alla Cartiera Binda. Cartiera dei Monaci Cistercensi prima, quindi proprietà di Maglia-Pigna e C. e poi, sino a pochi anni fa, di Ambrogio Binda che portò la fabbrica al massimo sviluppo. Si continua a costeggiare il Naviglio oltrepassando la cartiera, ove la strada diviene sterrata; sull'altra sponda del canale si può ammirare l'antico campanile della Chiesa di S. Pietro (ora scomparsa) e l'adiacente borgo molto bello per il felice cromatismo delle sue case.
Superata la sbarra di accesso alle auto, si entra in un ambiente naturale: da un lato il naviglio su cui si specchia parte del Parco Monasterolo e dall'altro I'Adda che ha appena ricevuto le acque del Brembo. Poco dopo incontriamo sul canale una grossa ruota in ferro (foto 1 e foto 2 del Gruppo Fotoamatori CAI di Vaprio) che un tempo alimentava fontane e giardini della soprastante tenuta; si passa quindi sotto un ponticello che unisce la tenuta a una penisola sul fiume. Nei secoli scorsi, quando Monasterolo era villa di delizie, la penisola ospitava un laghetto ai cui bordi si specchiavano dei salici; da qui la derivazione locale "Salecc". Nel primo 900 la tenuta fu trasformata in azienda agricola e il laghetto fu ridotto a marcita di erba. Grazie all'opera del gruppo di volontariato Vaprio Verde, si è proceduto alla pulitura e recupero della zona, rendendola fruibile per passeggiate e pic-nic.
Proseguiamo ora tra fiume e canale; da queste parti Leonardo trasse spunto per un altro disegno, il n° 12398, presente anch'esso nella già citata collezione della Regina Elisabetta II. Si giunge presto al Santuario di Concesa: una sosta è d'obbligo sia per ammirare dal piazzale del Santuario il fiume sottostante, sia per visitare I'interno della Chiesa, in cui ha operato il già citato artista di Vaprio Natale Riva (nel dipinto dell'Assunzione della Madonna egli ha lasciato il suo autoritratto). Da notare, verso nord, lo sbarramento della diga ltalgen, al fine di creare un invaso da cui prendono acqua il Naviglio Martesana, che ha origine proprio in questo punto, e il canale dello stabilimento di Crespi; poco a valle della diga un ponticello in legno consente l'attraversamento dell'Adda.
Consigliamo di attraversare il ponticello e di percorrere la stradina costeggiante il canale e coperta da una galleria di robinie, giungendo in circa 10 minuti a piedi al vicino Villaggio Operaio di Crespi. Il villaggio e il relativo complesso industriale sono ubicati in un angolo di territorio racchiuso tra il fiume Adda e il suo affluente Brembo; è annoverato dall'Unesco tra i siti Patrimonio dell'Umanità; il complesso fu costruito agli inizi del secolo scorso per dare alloggio alle famiglie di operai e dirigenti che lavoravano nel grande stabilimento tessile, oggi uno dei più begli esempi di archeologia industriale.
Ritornati ai piazzale del Santuario di Concesa, si procede lungo la strada asfaltata sino a imboccare sulla sinistra, poco oltre una statua della Madonna, la strada sterrata che fiancheggia la cinta in muratura della Tenuta Monasterolo all'interno della quale si trova Villa Castelbarco. Dopo circa 1 km ci appare il viale alberato di tigli che dà accesso alla Villa. All'uscita della villa ci ritroviamo nel grande parcheggio di partenza.
Si ringrazia AG Media s.r.l.
PERCORSO VERSO SUD
Ambiente, natura e paesaggio
Partenza: lasciare l'autovettura in via Visconti di Modrone
Percorso: circa 5 km
Durata: 1 h in bici; 2 h a piedi
Parcheggiata l'auto in via Visconti di Modrone, lungo la stessa via, all'altezza del depuratore, troviamo un passaggio sulla sinistra che porta sull'argine del fiume Adda che si fa largo e profondo, per effetto della diga di S. Anna. Se l'argine è praticabile possiamo proseguire lungo la sua sommità, sino a giungere a un ponticello in legno, altrimenti ritorniamo in via Visconti di Modrone e incamminiamoci lungo questa che scende in golena raggiungendo un piccolo nucleo abitato che durante l'alluvione del 2002 venne sommerso dal fiume (una targa sul muro ricorda il livello raggiunto delle acque).
Proseguendo giungiamo alla “area diga”, un grande spazio attrezzato per giochi all'aperto e pic-nic affacciato sul fiume. Interessante notare e visitare un bosco botanico con una notevole varietà di piante, situato davanti alla casetta gialla, sede di alcuni gruppi di volontariato vapriesi. Possiamo ora percorrere indifferentemente un sentiero che si addentra nella vegetazione sulla sponda del fiume, oppure la più agevole strada sterrata, a destra dell'area attrezzata. In ogni caso giungiamo dopo poco a un altro ponte in legno, superato il quale, il sentiero a destra che fiancheggia una roggia, ci porterà sulla strada alzaia del naviglio. Qui troviamo una Cappelletta dedicata alla Madonna e alcune panchine per una breve sosta.
Percorriamo ora la strada alzaia seguendo la corrente del Martesana; dopo circa 1 km prendiamo la strada a sinistra che lungo una discesa ci porta in un ambiente ricco di acqua e di verde. Qui l'Adda assume un aspetto imponente essendo il corso del fiume sbarrato a valle dalla diga del Retorto. Giunti al fiume, una passerella collega la sponda bergamasca a quella milanese; si tratta di un manufatto realizzato a cavallo tra l'800 e il 900 per consentire I'afflusso della manodopera dei centri abitati delle due sponde (Cassano d'Adda e Fara Gera d'Adda) ai rispettivi Linifici Canapifici Nazionali. Recentemente ristrutturata, la passerella, larga 2,4 m e lunga 182, è costituita da un impalcato in legno poggiante su una trave reticolare metallica, a sua volta sostenuta da 9 pile in acciaio e 4 basamenti in ceppo lombardo.
Il ritorno a Vaprio può avvenire lungo due distinti itinerari: il più breve, ma un po' impervio, lungo la sponda milanese del fiume, imboccando un sentiero posto prima della passerella: si tratta di un sentiero immerso nella vegetazione fluviale che ci riporta in circa 20-30 minuti a piedi verso l'area diga di Vaprio e quindi al punto di partenza.
L'altro itinerario, che consigliamo, è un po' più lungo (un'oretta a piedi), ma più agevole oltre che suggestivo. Superata la passerella, prendiamo a sinistra e ci ritroviamo nella piazza della Chiesa parrocchiale di Fara, dedicata a S. Alessandro e risalente al XVIII secolo; su lato nord della piazza vi è l'Oratorio di S. Felicita con i ruderi della longobarda basilica fatta edificare dal re Autari e chiamata appunto Autarena. Superata la piazza si svolta subito a sinistra lungo la via A. Ponti, percorrendo la quale troveremo sulla sinistra il linificio e sulla destra una grande costruzione da poco ristrutturata che all'epoca era il convitto femminile e che dava alloggio a 250 operaie. Costeggiato tutto il fabbricato del linificio, si supera il ponte sulla roggia Vailata e si prosegue sulla strada fiancheggiante un grande canale, finché si giunge di nuovo alla diga di S. Anna. Se il fiume non è in piena, percorriamo un piccoìo sentiero che porta, in circa 10 minuti, a Canonica d'Adda, attraverso un primo tratto sull'argine del fiume e poi, superato un ponticello, un secondo tratto quasi in alveo, costruito con grandi massi di pietra. Qualora il fiume fosse in piena, si giunge comunque a Canonica dalla diga di S. Anna, dopo aver superato il ponte sulla roggia Vailata e una Chiesetta da poco restaurata, e immettendosi poi sulla ciclo-pedonale a fianco della provinciale.
Passati sotto il grande ponte ad arco che collega Vaprio a Canonica, proseguiamo pochi metri sino a giungere sulla punta di uno sperone di roccia per uno sguardo verso nord al fiume, nel quale è appena confluito il Brembo; in questo punto possiamo anche vedere la chiusa dove nasce la roggia Vailata (contraddistinta da piccole arcate in pietra). Risaliamo ora sul ponte a unica campata, attraversato il quale ci ritroviamo a sinistra sulla strada alzaia del Naviglio Martesana, che ci riporta in via Visconti di Modrone punto di partenza.